lunedì 24 giugno 2013

La paura del pd

In tutta Italia stanno nascendo raggruppamenti di persone a sostengo del programma di Matteo Renzi. Questo spaventa. Si tratta di un movimento di persone che non si riconoscono nel partito che ospita attualmente Renzi. Non si riconoscono nelle persone, negli atteggiamenti, nelle scelte politiche, ne a livello nazionale ne, spesso, a livello locale. Ovunque viene chiesto agli "eretici" di entrare nel pd. gli "eretici" non chiedono a nessuno di uscire dal pd. Ai funerali di papa Giovanni Paolo II non fu chiesto a nessuno dei presenti di convertirsi, si accettò il fatto che il progetto di quel papa fosse piaciuto oltre i confini della cristianità. Nessuno aveva paura. Il Pd ha paura. Il partito nato per essere progressista non ha piu nulla di progressista. E' obbligato ad imporre le "quote rosa" anche alle primarie, impensabile nella storia del partito di Nilde Jotti e di Tina Anselmi (ovviamente parlo dei partiti di origine). E' obbligato a procedere con la cassa integrazione in deroga, cioe in deroga ad una differenza di trattamento tra medesimi lavoratori, anche questo impensabile ai tempi di Berlinguer. E' obbligato a subire le scelte del giaguaro mai smacchiato e della sua corte per non aver accettato un voto democratico. Questo PD impaurito, finge di condividere un progetto mentre lavora per demolirlo. I sistemi sono molti, nei prossimi tempi avremo modo di apprezzarli. Non sono mai stato iscritto ad alcun partito, personalmente non inizierò adesso. Condivido un progetto con molti amici eretici, allergici all'ortodossia, riluttanti a fare i soldatini di piombo, innamorati di una idea, schifati dai renziani di secondo letto, sgomenti davanti agli inciuci spacciati per vittorie, aperti a destra ed a sinistra alle idee perchè si comincia senza giudicare il figlio dai peccati del padre. Rivendico il diritto di seguire un progetto nell'eterodossia, di denunciare gli opportunisti con la tessera, di non chiedere il pedigree a chi propone idee interessanti. Rivendico il diritto di essere progressista e democratico. Ma sul serio.

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