martedì 5 febbraio 2013

la mia sinistra (1)


"gli uomini son tutti uguali", i lavoratori son tutti uguali
vedo tre amici diplomati all'itis, tutti elettricisti, tutti bravi.
Mario, il primo è riuscito con un calcio in culo ad entrare all'aamaie. anche se sei bravo a volte è indispensabile. Alessandro, il secondo, ha deciso di aprire una piccola ditta per conto suo. è bravo nel suo lavoro e visto che le cose vanno bene ha assunto Roberto, amico e compagno di scuola.
la crisi ha scombinato le carte. per risparmiare è tutto esternalizzato. l'aamaie è fallita. Alessandro, impiccato dalle tasse decide di chiudere e di conseguenza Roberto è a casa.
Mario, per fortuna, ha diritto alla cassa integrazione. Alessandro, nonostante per vent'anni abbia lavorato e dato lavoro, è obbligato a chiedere un mutuo non tanto per mangiare, quanto per pagare tasse e anticipi su tasse. Roberto semplicemente non ha piu lavoro e sta a casa.
tre elettricisti, tre persone che hanno fatto lo stesso lavoro, uno ha cassa integrazione, uno si fa debiti sperando di sopravvivere, l'ultimo pur senza debiti, non ha nulla e cerca, sperando di trovare qualcosa.
nella mia sinistra questo non ha senso. chi lavora è un lavoratore. chi lavora e da lavoro, è esso stesso un lavoratore. nella mia sinistra o gli ammortizzatori ci sono per tutti o non ci sono per nessuno. non ci sono scale di grigio, non è una scelta filosofica. nella mia sinistra si metterebbe mano agli strumenti di legge per sanare questa disparità evidente. Certo, si toccherebbero santuari intoccabili, ma la mia sinistra non avrebbe paura. Toccherebbe pure considerare lavoratore Alessandro, un piccolo imprenditore, ma la mia sinistra capirebbe che Alessandro è un lavoratore particolare, che oltre a lavorare ha dato lavoro ad altri, e lo tratterebbe come uno uguale, non come un paria da consegnare alle truppe leghiste

temo che la mia sinistra sia troppo a sinistra per tanta sinistra.

0 commenti:

Posta un commento